È cominciata la digitalizzazione dell’Erbario Centrale Italiano di Firenze, il più grande in Italia e tra i primi dieci al mondo per numero di campioni.

L’Erbario Centrale Italiano diventa digitale. La più importante collezione botanica presente in Italia (presso il sistema museale di ateneo dell’Università di Firenze) e una tra le prime dieci nel mondo ha avviato il piano di digitalizzazione grazie all’accordo con l’NBFC (National Biodiversity Future Center), il centro finanziato dal PNNR per studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità del nostro Paese.

Erbario digitale, Italia all’avanguardia in Europa

Fondato nel 1842 dal medico e botanico siciliano Filippo Parlatore, l’Erbario Centrale Italiano (ECI) è consultato ogni anno da centinaia di botanici italiani e stranieri. Le collezioni comprendono oltre 2 milioni di campioni botanici tra piante a seme e organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni.

Insieme a piante rare ancora poco studiate e ad altre collezioni naturalistiche, questo patrimonio per un totale di 4,2 milioni di campioni verrà interamente digitalizzato. A rendere necessario questo elaborato processo di catalogazione informatica sono state le sempre più numerose richieste di consultazione online.

Biodiversità
Il progetto di digitalizzazione dell’ECI valorizza le collezioni naturalistiche italiane

Il piano di digitalizzazione massiva s’inserisce tra le azioni concrete che NBFC è chiamato a operare per la ricerca e la valorizzazione della biodiversità in Italia”, spiega Luigi Fiorentino, il presidente del National Biodiversity Future Center. “Con la sua rete nazionale estesa di università, centri di ricerca e associazioni, il centro si propone di promuovere la conoscenza della biodiversità italiana grazie a piattaforme digitali che insieme a tecnologie avanzate e intelligenza artificiale consentiranno ai ricercatori di tutto il mondo di accedere al nostro immenso patrimonio naturale”.

Qui sono conservate alcune tra le collezioni botaniche storiche più importanti in Italia, vere e proprie testimonianze della sistematica e della tassonomia vegetali, tra cui la collezione privata del botanico e naturalista Philip Barker Webb (1793-1854) raccolta principalmente tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento che, con i suoi 250mila campioni provenienti da ogni area del mondo, è ancora oggi uno degli erbari più consultati dai botanici”, aggiunge Stefano Cannicci, il responsabile scientifico del NBFC.

Erbario Centrale Italiano sarà accessibile online

La digitalizzazione dell’ECI è partita dalle collezioni di tracheofite (le piante vascolari) e si allargherà progressivamente a tutte le altre raccolte. L’obiettivo è rendere accessibili in rete, senza doversi recare necessariamente a Firenze, le informazioni delle etichette e le immagini ad alta definizione di ogni singolo foglio d’erbario. I dati elaborati verranno poi inseriti in un database globale a cui già collaborano altre università europee.

La delicata operazione di archiviazione, scansione e digitalizzazione è stata affidata a Picturae, azienda olandese specializzata nella digitalizzazione di monete, libri, fotografie, erbari e insetti. La società procederà al ritmo di 10-12mila campioni al giorno: la conclusione dei lavori è prevista per l’estate 2025.

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ultimo aggiornamento: 14-07-2024


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